Novellara

Novellara

La città di Novellara compare per la prima volta nelle cronache degli storici latini che accreditano l’origine degli insediamenti sul territorio ai Galli, che nel VI a. C. invasero l'Italia settentrionale, occupandola.

Già prima dell’anno Mille nel territorio novellarese esistevano tre piccoli nuclei abitati: Cortenova, Castelloncolo e S. Antonio, ma ritrovamenti archeologici hanno evidenziato anche l’esistenza di insediamenti più antichi, risalenti al I – II sec. d.C. 

Fu però la famiglia Gonzaga, dal 1371 al 1728, a determinare le sorti di Novellara. La Contea di Novellara divenne una sorta di città-stato, indipendente grazie alle capacità diplomatiche e militari dei Gonzaga: la Rocca era il simbolo di questa potenza. Costruita a fine del Trecento per scopi difensivi, l'imponente fortezza fu poi trasformata in residenza signorile nel Cinquecento e decorata con affreschi ed opere d’arte. Oggi la Rocca è sede del Municipio, del Museo Gonzaga, dell’ ottocentescoTeatro, della Biblioteca e Archivio storico. Al suo interno si trovano anche la Sala del Fico, decorata a grottesche nella metà del Cinquecento, e la Sala del Consiglio, dipinta nell'Ottocento con gusto scenografico. 

Il Museo Gonzaga, che occupa l’appartamento nobiliare dei conti Gonzaga, al primo piano della rocca, fu progettato, realizzato e decorato sotto la direzione di Lelio Orsi. Nelle sale riccamente decorate che ospitano le raccolte si possono ammirare fregi attribuiti ad allievi dell’Orsi, affreschi romanico bizantini (1280 ca.) provenienti dalla antica Chiesa di San Giovanni della Fossa, il ciclo di affreschi (datato 1560 c.a.) di Lelio Orsi provenienti dal Casino di Sopra, diversi dipinti  e l’importante raccolta di vasi da farmacia dei Gesuiti di Novellara (secc. XVII e XVIII).

Centro nevralgico di Novellara è la rinascimentale Piazza Unità d’Italia su cui si affaccia la Chiesa di Santo Stefano costruita per volere di Alfonso I Gonzaga nel 1567; la facciata è settecentesca. All'interno sono conservati pregevoli dipinti e stucchi della scuola di Lelio Orsi. Poco distante si trova la chiesa della Beata Vergine del Popolo fondata nel 1704. Nel 1708 vi furono trasportate l'immagine della Beata Vergine della Neve, originariamente dipinta sul muro della porta d'accesso al castello e la statua di San Bernardino da Siena proveniente dall'oratorio non più esistente, ubicato davanti alla rocca.

Novellara ha inoltre dato i natali a Vivaldo Poli, uno dei maggiori artisti reggiani del dopoguerra, che nella sua città natale ha lasciato opere della collezione Arrigo Negri, amico di Vivaldo sin da ragazzo, donate nel 1995 al Comune. Si tratta di una serie di acquerelli, tempere, olii che appartengono a un periodo compreso tra il 1930 e il 1960. Tali opere sono esposte in una sala all'interno del Museo Gonzaga. 

 

 

Luoghi nei dintorni

teatro della rocca franco tagliavini

Teatro della Rocca Franco Tagliavini

   

Si da per certa l’esistenza di un’antica sala per le commedie presso la corte dei signori di Novellara fin dalla seconda metà del Cinquecento. In una lettera indirizzata al conte Alfonso I Gonzaga nel 1567 si dice che la ‘scena’ è quasi compiuta e Lelio [Orsi] potrà cominciare a dipingerla. Il 28 gennaio 1568, in occasione delle feste per le nozze del Gonzaga sopra citato, questa sala sarebbe stata inaugurata con una rappresentazione mentre i bellissimi apparati scenici sarebbero stati opera per l’appunto di Lelio Orsi. 

piazza unita italia novellara

Piazza Unità d'Italia

   

Ampio spazio rettangolare, perimetrato da portici rinascimentali e definito a ovest dall’imponente architettura della parrocchiale, o collegiata di S. Stefano, la piazza è il cuore della vita del paese, punteggiata da botteghe storiche e teatro di feste e mercati. La variopinta decorazione del fronte delle case riprende il progetto originario di Lelio Orsi; la disposizione centrale di aiuole, dissonante con l’aspetto cinquecentesco dell’insieme, è invece coeva alla posa del monumento ai Caduti di Giuseppe Graziosi (1925).