Palazzo della Macina

Palazzo della Macina

Il vecchio palazzo dei Gonzaga, signori di Luzzara, venne eretto verso il 1481. In origine, con i suoi edifici ausiliari, occupava tutta l'area a sud del castello di Luzzara, tra la chiesa parrocchiale e l'attuale sede del municipio, ma dalla guerra, che culminò con la battaglia del 15 agosto 1702, non si salvò che la parte ancora oggi visibile. L'edificio dopo l'abbandono dei Gonzaga, venne utilizzato per secoli come palazzo pubblico, poi venne abbandonato fino all'Unità d'Italia. 

Il nome palazzo della Macina deriva dal fatto che nel Settecento in detto palazzo, veniva riscossa la tassa sul macinato dei cereali. Nel 1952 venne acquistato dalla curia luzzarese divenendo di proprietà parrocchiale. All'interno del palazzo si distingue ancora la loggia che si affacciava sul cortile, costituita da un portico con tre arcate aperte e semicircolari che poggiano sopra a colonne ora murate. Due di tali colonne, le intermedie, sono di marmo ed i loro capitelli sono riccamente ornati di fogliame, mentre le altre due colonne sono in muratura ed hanno soltanto i capitelli di marmo con motivi a foglie molto più semplici. Sul fronte del palazzo, sopra la porta principale, spicca lo stemma dei Gonzaga, in ceramica policroma eseguita da Luca della Robbia. Sono visibili alcune tracce di affreschi nei piani superiori, costituiti da fascioni in colori nero-cinereo, un tempo coronavano i soffitti lignei, andati perduti.

Nei dintorni

foto n 2 emergenza n 35 Chiesa Parrocchiale di San Giorgio2

Chiesa Parrocchiale di San Giorgio


Edificata probabilmente alla fine dell'XI secolo in stile romanico, e più volte rimaneggiata. Fu riedificata a partire dal 1676 in stile barocco, salvando solamente la parte absidale, che rimane tuttora in stile romanico. Nel 2000 sono stati eseguiti gli scavi della cripta dell'antica chiesa romanica, dove sono venuti alla luce capitelli, colonne e affreschi risalenti alla struttura originale dell'edificio romanico e cocci di riporto risalenti al periodo precedente. Conserva al suo interno alcuni dipinti cinquecenteschi, in particolare la pala d'altare raffigurante la Vergine col Bambino tra S. Giorgio e S. Girolamo, di scuola giuliesca, eseguito su modello di un bozzetto di Giulio Romano conservato al Louvre