Palazzo Greppi

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Nella frazione di Santa Vittoria si trova questo grande complesso edificato tra il 1770 e il 1775 dalla famiglia dei Conti Greppi di Milano, i quali avevano ricevuto dagli Estensi in questa zona una tenuta agricola di notevoli dimensioni. Risulta evidente la posizione centrale che il Palazzo occupa rispetto all'abitato: la sua edificazione e la sua mole hanno condizionato la nascita e poi la conformazione dell'intera frazione di S.Vittoria, negandole la possibilità di una piazza ed affermando una situazione di "possesso" signorile. 

Nella frazione di Santa Vittoria si trova questo grande complesso edificato tra il 1770 e il 1775 dalla famiglia dei Conti Greppi di Milano, i quali avevano ricevuto dagli Estensi in questa zona una tenuta agricola di notevoli dimensioni. Risulta evidente la posizione centrale che il Palazzo occupa rispetto all'abitato: la sua edificazione e la sua mole hanno condizionato la nascita e poi la conformazione dell'intera frazione di S.Vittoria, negandole la possibilità di una piazza ed affermando una situazione di "possesso" signorile.

Progettista finale fu Lodovico Bolognini Ingegnere ducale e Architetto del Pubblico. Il palazzo fu costruito in tre corpi principali collegati tra loro da passanti e lungo circa 144 metri. Il modello architettonico rammenta quello delle grandi ville venete e lombarde; ma l'originalità di Palazzo Greppi è costituita dall'accostamento delle funzioni produttive legate alla campagna con le caratteristiche della residenza signorile, il che lo avvicina al modello delle corti chiuse delle cascine lombarde e piemontesi. La facciata situata di fronte alla Chiesa Parrocchiale si è resa ancor più severa dopo la demolizione (1832) dello scalone esterno e della terrazza pensile e la perdita del colore rosso e delle decorazioni. La distruzione del giardino all'italiana (opera del bolognese Pagani) é invece avvenuta nel XX° secolo. L'ala di ponente ha un doppio loggiato sul quale si aprono ampie stanze utilizzate forse come deposito delle scorte agricole o allevamento dei bachi da seta; l'ala di levante ha un porticato come quella di ponente, ma al primo piano sono sistemate le abitazioni ed alloggi per il fattore e i familiari; i restanti locali erano adibiti a cantine e depositi. Le decorazioni interne vennero eseguite da Giovanni Morini da Viadana che abbellì il salone centrale Greppi, da considerarsi un precoce esempio reggiano di decorazione neoclassica, mentre il gualtierese Giovanni Sogliani dipinse lo stemma della famiglia al centro del frontone principale. Nel salone si conserva un camino in marmo, del Bolognini, sul quale era collocato uno specchio. Da segnalarsi la presenza di porte ed infissi originari e la scala d'accesso al salone e il ballatoio. Nel 1911 il Palazzo e parte della tenuta furono acquistati dalla Cooperativa Agricola, una delle maggiori d’Italia, rappresentando un importante momento storico, economico, politico e sociale del territorio. Nel 1974 l’Amministrazione Comunale acquistò il Palazzo e recuperò l’edificio per destinarlo ad abitazioni e a servizi collettivi.

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