Reggiolo

Reggiolo

Il percorso si snoda attraverso il territorio delle "Valli di Reggiolo e Novellara", caratterizzato da un susseguirsi di canali, fossati, scoli, bacini e campi coltivati, ideali per passeggiate di gruppo o giri in bicicletta in solitaria. Le Valli di Novellara e Reggiolo si estendono per 1981 ettari e fanno parte di un'area in origine paludosa dovuta all'instabilità idrogeologica di alcuni corsi d'acqua della zona (Enza, Tresinaro e Crostolo), nella quale sono stati svolte nel corso del XX secolo grandi opere di bonifica. Oggi fanno da sfondo a paesaggi suggestivi, dove flora e fauna prosperano, che il visitatore può ammirare durante una passeggiata o un giro in bici.

L'itinerario prosegue verso il centro storico, dove troviamo:

Villa Manfredini (Piazza Martiri), del 1600, abitata a partire dal 1700 dalla famiglia Manfredini, ristrutturata e adibita a ristorante da metà degli anni ’80 (1986) fino ad oggi. Nella villa ha soggiornato anche Federico Fellini, mentre girava il suo ultimo film. Oggi, pregiato risto-bistrò, ospita nelle antiche sale grandi opere del pittore campeginese Alfonso Borghi, ispirate al regista romagnolo, mentre nel parco spiccano i grandi bronzi dello scultore Mario Pavesi.

Il Teatro Rinaldi (Piazza Martiri) ad est della piazza, dotato di una facciata timpanata, di gusto classico, retta da un porticato di quattro colonne, completamente rifatto nel 1838, sotto Maria Luigia d'Austria, in seguito dedicato al pianista e compositore Giovanni Rinaldi (Reggiolo 1840 – Genova 1895).

La Chiesa Santa Maria Assunta (Via Vittorio Veneto 19), realizzata fra il 1855 ed 1858, sulle ceneri di una precedente chiesa del Seicento e demolita nel 1855. E’ un capolavoro dell’architetto modenese Cesare Costa, già progettista anche del Teatro Municipale “Romolo Valli” di Reggio Emilia, che conservò la preesistente cappella della Beata Vergine delle Grazie, sulla navata sinistra. Con i suoi altari, con il suo presbiterio e le sue cappelle, l'edificio rientra nel patrimonio cristiano padano, testimone di secoli, avvicendamenti e modifiche di gusto e stili architettonici.

La Rocca (Piazza Martiri) di impianto medievale, nel rispetto della struttura "a recinto", è il simbolo-cuore di Reggiolo, del paese. Restaurata con la dinastia dei Gonzaga, nel 1470, ad opera dell'architetto Luca Fancelli, ancora oggi, con suoi bastioni fortificati e le sue torri, rappresenta la costruzione militare e difensiva tipica del passato.

Villa Fassati (Piazza Martiri 29), la cui costruzione iniziò nel 1761, ma fu ultimata solo nel 1825 per opera della famiglia omonima. Abitata e abbandonata a più riprese nel corso del tempo, oggi adibita a Casa Protetta, presenta l’impianto tipico della villa di campagna nel senso rinascimentale del termine: un edificio compatto, inserito armoniosamente nell’ambiente grazie ad un sapiente gioco di pieni e vuoti; nello stesso tempo, si rifà anche alla tipologia del palazzotto signorile, collocato in posizione di preminenza nella vita del paese. La struttura è a pianta quadrangolare, variamente articolata, con parte centrale interna su tre livelli, e quattro corpi quadrangolari esterni su due livelli. La facciata settecentesca presenta un atrio porticato, aperto sull’esterno mediante tre ampie arcate a tutto sesto. La villa risulta ricca di elementi che fungono da “filtro” tra interno ed esterno: il vestibolo d’ingresso con terrazzamento sovrastante, portici e portichetti a serliana (struttura cinquecentesca che unisce il motivo ad arcata con quello ad architrave).

L'imponente settecentesco Palazzo Sartoretti (Piazza Martiri), che con la sua mole scenografica chiude Piazza Martiri sul lato meridionale. Originario del XVI secolo, fu modificato nel 1765 dalla ricca famiglia omonima che vi abitò e che fu per decenni appaltatrice dei dazi dei Duchi di Guastalla. Nel 1979 è stato lasciato in eredità al Comune, in seguito a lascito testamentario da parte dell’ultimo discendente della famiglia Sartoretti, Donna Amelia. Il palazzo, oggi in buona parte ristrutturato, è ritornato al suo splendore originario. La facciata comprende il corpo centrale e due ali più basse articolate su tre livelli. Si susseguono, in modo ordinato e simmetrico, le aperture delle finestre: molto semplici quelle del piano terra destinato ai servizi, più grandi e più importanti quelle al piano nobile, di nuovo semplici al terzo livello che era destinato agli appartamenti della servitù. All’interno, uno scalone settecentesco con balaustra porta alle stanze del piano nobile, caratterizzato da interventi pittorici attuati tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento che gli conferiscono una marcata connotazione neoclassica, con citazioni di interni e di decorazioni di gusto pompeiano. Notevole il magnifico salone delle feste (con pavimentazione originale) oggi denominato Salone dei Miti, nel quale le decorazioni a trompe-l’oeil creano all’occhio del visitatore sorprendenti effetti di tridimensionalità. Si segnala come curiosità la decorazione ricorrente con torrette e torelli che rimanda al nome della famiglia Sartoretti. Il mantenimento dell’assetto originale consente di apprezzare la struttura di un’abitazione signorile di un tempo.

Pradelle (Piazza Martiri), il nuovo parco urbano che prevede la realizzazione di gradoni verdi, posizionati come un anfiteatro rivolto verso la Rocca, di un percorso pedonale e ciclabile alberato e siepi con essenze diverse per dare una visione cromatica differente dell’area per ogni stagione. Sarà poi realizzata un’area fitness con attrezzi per l’esterno e una pista di skateboard. Il tutto sarà collegato al parcheggio in via Malagoli, che permetterà di garantire oltre a 100 posti auto dedicati al centro.

L'ultima tappa del percorso prevede una sosta al Museo della Civiltà Contadina, inserito nel più ampio percorso di rivisitazione della memoria che l'amministrazione comunale ha promosso. Grazie alla passione e competenza di alcuni volontari, connessi all'Associazione "Brugneto C'è", e grazie alla generosità di tantissimi donatori, il museo ha rapidamente preso forma in un'area del Centro Civico "Braccianti di Brugneto". Il museo si compone dalla raccolta di strumenti e attrezzi usati dai contadini nei secoli passati. E' possibile visitare il museo ogni terza domenica del mese dalle 14.00 alle 19, e nei giorni di feste e sagre a Brugneto dalle 20 alle 24 dove oltre la visita si può desinare con gnocco fritto e salumi prodotti in loco o acquistarne da asporto. Su prenotazione disponibilità di visite guidate per un gruppo minimo di 15 persone, apertura straordinaria per scolaresche.

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