Roccabianca

Roccabianca

Il percorso inizia con una visita alla frazione di Fontanelle, dove troviamo il Museo "Il Mondo piccolo": il percorso museale, connotato da soluzioni e materiali fortemente evocativi, si avvale di un'appropriata e misurata documentazione visiva e sonora, che utilizza materiali provenienti dall'archivio degli eredi Guareschi, dall'archivio del Movimento Cooperativo e dall'Archivio Storico Comunale di Roccabianca. La frazione ospita anche la casa natale di Giovannino Guareschi: Giovannino Guareschi è nato a Fontanelle e la casa natale è prospiciente Piazza Balestrieri. Sempre a Fontanelle, si trova il Monumento a Faraboli: Piazza Balestrieri celebra anche la memoria di un altro grande figlio di Fontanelle, il sindacalista e pioniere del movimento cooperativo Giovanni Faraboli (1876-1953), al quale è dedicato un monumento ora in veste del tutto rinnovata. In questa terra si legano quindi, sia l'opera di Guareschi, sia l'attività politica del suo concittadino sindacalista. Anche le biografie dei due personaggi si incrociarono da subito in un leggendario episodio dal sapore guareschiano: il 1° maggio 1908, lo stesso Faraboli annunciò la nascita del piccolo Giovannino alla folla festante dei lavoratori in piazza, proclamandolo come futuro campione del Socialismo. Degna di nota fra le rilevanze del paese di Fontanelle è anche la Chiesa dedicata nel 1792 al patrono San Martino, anche per le sue implicazioni letterarie guareschiane. Autorevoli commentatori hanno visto infatti nelle fattezze dell'edificio sacro, uno dei principali modelli d'ispirazione per lo scrittore nel raccontare la chiesa immaginata per il suo Don Camillo. Da una celeberrima vignetta dello scrittore viene la migliore conferma a questa ipotesi: il disegno dell'edificio presenta un taglio tale da escludere la banale intenzione panoramica, conferendo invece alla chiesa di San Martino la dignità di un vero e proprio "logo letterario". Fontanelle ospita inoltre la Sede "Gruppo amici di Giovannino Guareschi", che conserva parte della documentazione tra foto e libri dello scrittore e del paese di Fontanelle, insieme ad una mostra di calendari del tempo.

Si prosegue con il Porto di Stagno: Stagno è la località del territorio di Roccabianca che presenta aspetti di vocazione naturalistica più intensi: luogo rivierasco, padano per eccellenza, conserva tuttora il meglio degli scorci e delle tipiche ambientazioni fluviali, oggi godibili in modo particolare grazie alla percorribilità degli argini.

Il viaggio si conclude con una sosta nel centro storico. Piazza Minozzi è la Piazza dei portici di Roccabianca, uno degli elementi più qualificanti del complesso urbanistico del paese. Essa è particolarmente legata alle vicende del Castello. L'impianto a ferro di cavallo porticato risale al 1700, ma a sua valenza di luogo di commercio e di socializzazione è databile quanto meno al periodo della costruzione della Rocca e lo slargo della piazza porticata rivestiva già allora un ruolo importante per la disposizione delle merci scambiate. Gli ambienti affacciati sulla piazza hanno ospitato nei secoli botteghe, scuderie, locande con alloggi per i viandanti, mentre il suo spazio aperto, da sempre luogo di ritrovo per la gente del paese, ha rivestito per Roccabianca lo spirito di una piccola "agorà". Nel secondo dopoguerra la piazza venne intitolata a Loris Minozzi, giovanissimo partigiano di Roccabianca caduto nel corso della guerra di Liberazione. Qui troviamo anche il Castello di Roccabianca: Il Castello di Roccabianca è il principale monumento storico del paese. Eretto intorno al 1460, per volontà dell'allora signore del feudo di Roccabianca, il conte Pier Maria Rossi, l'edificio conserva ancora oggi in larga misura le sue fattezze architettoniche originali di fortificazione a presidio del territorio. La Rocca e Roccabianca sono nati contemporaneamente: la costruzione del maniero coincise infatti con la fusione di due preesistenti borghi di origine longobarda, Tolarolo e Rezenoldo, unificati da allora sotto il nuovo toponimo. Il nome del paese è collegato ad una romantica leggenda: il conte Pier Maria volle dedicare l'imponente edificio alla nobildonna lombarda Bianca Pellegrini, con la quale condivise una segreta passione amorosa, nonostante fosse sposato con la dama parmense Antonia Torelli. A tal proposito, si racconta che il nobiluomo facesse nel contempo tinteggiare di bianco tutte le facciate della Rocca, per trarre in inganno i propri contemporanei circa l'effettiva dedicazione dell'edificio. Il Teatro Arena del Sole è un altro importante elemento culturale per Roccabianca: negli anni il teatro ha svolto il ruolo di importante luogo di aggregazione e svago. All'interno sono presenti nove statue dello scultore palermitano Ettore Ximenes, collocate un tempo nel grande monumento dedicato a Giuseppe Verdi, che sorgeva nel piazzale antistante la stazione ferroviaria di Parma. Le statue verdiane raffiguranti le opere Alzira, i Masnadieri, Oberto Conte di San Bonifacio, Aida, Macbeth, Ernani, Don Carlos e le personificazioni della Battaglia di Legnano e degli Inni di Guerra, giunsero nel teatro della Bassa in seguito a singolari ed avventurose vicissitudini. Recentemente la struttura è stata acquistata dall'Amministrazione comunale, con l'intenzione di riportare il locale agli antichi splendori, facendone un centro per manifestazioni, convegni ed iniziative di varia natura culturale e di promozione turistica. Infine, non può mancare una tappa alla Chiesa dei Santi Bartolomeo e Michele: la chiesa sorge quasi di fronte alla rocca e la sua fondazione risale agli ultimi anni del XVI secolo, ma è stata profondamente trasformata a seguito dei restauri eseguiti alla fine del XVII secolo. È di questo periodo la fitta decorazione a stucchi di gusto ancora tardo manieristica della navata e delle cappelle laterali, mentre il presbiterio ed il coro furono risistemati nel 1723.

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