Carlo Pisi

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Carlo Pisi

Carlo Pisi nasce a Poviglio nel 1897 da una famiglia contadina e trascorre l’infanzia a Brescello. Il medico del paese, che aveva in cura suo padre, nel vedere i suoi piccoli capolavori modellati nella creta e messi a seccare al sole, riconosce il talento del bimbo, e si raccomanda di non trascurarne la formazione. Difatti Carlo, nove anni appena e non ancora completata la scuola elementare, è mandato a Parma presso lo scultore Giuseppe Leoni per apprendere i segreti del marmo e la tecnica della lavorazione. Le precarie condizioni economiche non gli consentono di continuare la formazione, ma il giovane, con i primi risparmi, acquista attrezzi per lavorare in proprio e libri d’arte, e inoltre frequenta la biblioteca Palatina, dove studia i grandi classici, formandosi da autodidatta. A Cogozzo si trova la sua Pietà del 1914, primo importante lavoro: aveva solo 18 anni.

La successiva vita militare, con la sua rigida disciplina, gli è particolarmente gravosa. Costantemente distratto, Carlo Pisi non riesce a seguire le istruzioni impartite: seguono rigorose punizioni ma, proprio in cella, per vincere la noia, si procura della creta, abbozzando il Ritratto del Colonnello. Questi, vedendo l’opera, resta tanto colpito dal talento del soldato da lasciarlo libero di lavorare, concedendogli inoltre un attendente. Viene poi inviato in zona d’operazione a Trento e successivamente in Albania: di nuovo la creta lo salva nel ritratto, molto apprezzato, dell’Ammiraglio Comandante della base di Vallona.

Pisi lavora prevalentemente in marmo ed in bronzo, creando per il primo iniziali modelli in creta, e poi in gesso, rifinendoli ulteriormente e inviandoli a Carrara per una finale trasposizione in marmo.

Vince a 23 anni il suo primo concorso, indetto dall’Amministrazione Provinciale di Reggio Emilia, per l’esecuzione di tre Monumenti ai caduti della guerra 1915-1918 nei comuni di Boretto, Poviglio, Guastalla e di altri in comuni vicini.

Dal 1920 al 1933 lavora per le provincie di Reggio, Parma e Mantova: nel cimitero di Brescello rimane una pregevole cappella da lui interamente progettata e realizzata.

Le commissioni si moltiplicano ma, causa l’incapacità di gestire i propri interessi e la crisi del 1930-31, lascia Brescello per trasferirsi definitivamente a Roma. L’opera di maggiore successo è la statua di Giovanni XXIII, a Sotto il Monte, paese nativo del pontefice, venerata ed adorata da milioni di fedeli. Altra grande statua è quella di Padre Pio a Palermo.

La sua fama varca i confini nazionali, ottenendo diverse commissioni dall’estero: dagli Stati Uniti alle Filippine, all’India, a Malta, alla Palestina. Nel 1964, in occasione della conciliazione fra le due chiese cattolica e greco-ortodossa, realizza un grande bassorilievo per la chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme. Nel 1973, a Washington, dove si reca per l’inaugurazione di una sua statua, la vedova di Robert Kennedy, ucciso a Los Angeles nel 1968, gli chiede di fare il busto del marito: Carlo ne abbozza un ritratto straordinario servendosi delle foto disponibili. Tra 1940 e 1970 realizza poi diverse opere per le chiese di Gozo e le isole maltesi - gli è ad esempio commissionato il Monumento ai caduti collocato a Victoria (Gozo), opera inaugurata soltanto nel 1954 dalla regina Elisabetta II.

Carlo ha sempre lavorato in umiltà e silenzio: non ha mai fatto una mostra durante la sua vita. Nonostante la sua opera trascorresse riservat gli è riconosciuto il Cavalierato del Santo Sepolcro, onorificenza per meriti artistici; e nel 1970 l’Unione della Legion d’Oro del Comitato Italiano delle O.N.G. presso le Nazioni Unite gli conferisce il Premio dell’operosità nell’arte. Cesare Zavattini, giornalista, scrittore e poeta, commenta: “Mi basta aver visto la statua di Padre Pio per capire, apprezzare la forza, naive o no, di Carlo Pisi, la forte naturalezza nel significato più puro, quasi isolato, dello scolpire padano, fuori da ogni scuola, però moderno perché fraterno con l’oggetto che deve rappresentare … di opere espresse con una coerenza fondamentale di stile e di affetto per la gente nota oppure ignota, da Pisi. Egli è così solidale con il prossimo, sempre (...)

Le opere di Carlo Pisi si concentrano oggi a Roma, Gozo, Malta, ma alcune di esse hanno raggiunto fino le Antille, Nicaragua, Giordania, Irlanda, Canada e Stati Uniti.

Carlo Pisi muore a Roma nel 1979. In Bassa Reggiana, oltre ai tre Monumenti Caduti e alla cappella cimiteriale da lui realizzati, resta a Brescello un calco in gesso di Padre Pio all’interno della Chiesa di Santa Maria Nascente.

 

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