Pietro Ghizzardi

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Pietro Ghizzardi

Pietro Ghizzardi, pittore di arte naïf e scrittore, nasce a Corte Pavesina (Viadana) nel 1906, da una famiglia contadina. Sin da ragazzo, sviluppa amatorialmente il suo grande amore per la pittura, dipingendo inizialmente sulle pareti dei casolari. Trasferitosi a Boretto nel 1931, avvia la sua carriera di pittore tramite una serie di mostre in diverse località del nord Italia, ottenendo importanti riconoscimenti: nel 1968 partecipa alla "Mostra nazionale dei naïf Città di Luzzara", venendo decorato con la medaglia d’oro dal Presidente della Repubblica. Morirà infine a Boretto nel 1986.

Dalla fine degli anni Novanta, oltre che in Italia (Ravenna, 2013; Bergamo, 2013; Reggio Emilia 2022-23; Lecco, 2025), le opere di Ghizzardi vengono esposte anche all’estero in mostre d’arte contemporanea, da Parigi (Banditi dell'arte, 2012) a Tokyo (Homage to Henri Rousseau. The World of Naive painters and Outsiders, 2013), a New York ("PHOTO | BRUT: Collection Bruno Decharme & Compagnie", 2021). Molte delle sue creazioni sono tuttora conservate da musei e collezionisti in tutta Europa: il Museo di Laval (Francia), il Museo croato d'arte naïf di Zagabria, il Museo Charlotte Zander a Bönnigheim (Germania), la Galleria d'arte moderna Ricci Oddi (Piacenza) e la Fondazione "Un Paese" (Luzzara).

Ghizzardi si adoperò anche nel campo della scrittura: dall’autobiografia Mi richordo anchora (Einaudi, Torino 1976), nominata “Opera Prima” al Premio Viareggio; a A Lilla quattro pietre in immortalate (Scheiwiller, Milano 1980); agli inediti Giugliètta e romeo e Il bambino di Viareggio rapito (Renzo Pivetti Editore, Mirandola 1986). La vita dell’artista viene anche più volte riproposta in alcuni documentari (1965, Film Luce; 1979, Rai 1) e trasposizioni cinematografiche.

Anche la Bassa Reggiana custodisce un pezzetto di Pietro Ghizzardi: nel 1992, a Boretto, è fondata la Casa Museo Pietro Ghizzardi al Belvedere, che da allora preserva il patrimonio artistico del pittore; mentre, nel centro del paese, Casa Falugi - a lungo luogo di produzione artistica e di accoglienza per Ghizzardi - conserva un suo ciclo di affreschi del 1969.

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