Artemide Zatti
Artemide Gioachino Desiderio Zatti nasce a Boretto nel 1880, da una famiglia di umili condizioni, che, nel 1897, dovette emigrare in Argentina in cerca di lavoro, stabilendosi a Bahía Blanca. Qui il giovane Zatti si interessò alla vita salesiana, spostandosi a Bernal come aspirante. In quel periodo, si ammala nell’assistere un sacerdote tubercolotico, venendo perciò inviato a Viedma, in Patagonia, dove il clima era più salubre. Lì, chiese a Maria Ausiliatrice la guarigione, con voto di dedicarsi all'assistenza degli infermi una volta in forze. Guarito, nel 1911 emise la professione perpetua come fratello laico salesiano e, per mantenere la sua promessa, rinunciò al sacerdozio, decidendo di lavorare gratuitamente a tempo pieno come infermiere presso l'ospedale San Giuseppe di Viedma, di cui diviene vice direttore e amministratore nel 1913. I suoi assistiti lo ricordano per la disinteressata e amorevole disponibilità: a qualunque ora del giorno o della notte, accorreva anche a domicilio presso malati di qualsiasi estrazione sociale. Nel 1951 morì a causa di un tumore, contro cui lottava da un anno, e le sue spoglie oggi riposano nella chiesa di San Giovanni Bosco a Viedma.
Artemide Zatti viene beatificato nel 2002, ricordando la miracolosa guarigione di un giovane salesiano affetto da setticemia generalizzata causata da appendicite purulenta; e canonizzato il 9 ottobre 2022 da papa Francesco in piazza San Pietro, rievocando l’inspiegabile guarigione, invocata al Beato dai familiari, di un uomo nelle Filippine, diagnosticato un letale infarto acuto ma impossibilitato a operarsi per ristrettezze economiche. Il moribondo aveva già ricevuto l'Unzione degli infermi, ma improvvisamente, due giorni appresso, dichiarò di sentirsi bene e chiese da mangiare, riprendendosi presto completamente.
Nella Basilica di San Marco a Boretto, paese natale di Artemide Zatti, e nella piazzetta di Santa Croce, sono collocate due statue dedicate al Santo.