Carlo Zatti
Carlo Zatti, pittore, nasce da una famiglia agiata nel 1809, a Brescello. Intrapresi gli studi di giurisprudenza a Parma, nel 1831, si unisce alle locali insurrezioni contro Maria Luigia d’Austria. Frequenta poi l’Accademia Atestina di Modena - dove incontra Alfonso Chierici e Giovanni Fontanesi - e, nel 1835, entra nell’Accademia di Belle Arti di Firenze. A seguito dei primi successi accademici, nel 1837, Zatti è premiato all’Accademia di Brera per il suo Adamo ed Eva che piangono sul cadavere di Abele, ed espone a Firenze l’Autoritratto a lume di notte.
Nella sua città natale giunge allora l’eco delle sue conquiste artistiche e gli viene commissionata la pala di Santa Maria Nascente di Brescello, raffigurante il Redentore con i Santi Mauro e Genesio.
Apre un suo studio a Roma, in via Margutta: lì accetta commissioni, studia le opere di grandi pittori, e visita le botteghe degli artisti più ammirati del tempo. La sua ascesa nel campo conosce però anche alcune battute d’arresto: per un periodo soffre di gravi problemi alla vista, causati dall’intensa attività pittorica svolta al lume di candela. Torna a dipingere nel 1841, a Venezia, dove studia colore e maestri veneti.
Espone in varie capitali artistiche italiane (tra cui Roma, Milano, Venezia e Trieste) ed estere (Melbourne); e realizza opere per Modena, Correggio, Gualtieri (la pala con i Santi Andrea, Rocco, Sebastiano, Primo e Feliciano in Santa Maria della Neve), e Poviglio (Martirio di Santo Stefano per la parrocchiale di Poviglio).
Dal 1846, inizia un visibile cambiamento per il suo stile pittorico, in particolare a seguito della polemica con Domenico Pulissi, che lo giudica trascurato ed eccessivamente freddo nell’esecuzione artistica. Questa trasformazione gli permette di farsi socio e professore dell’Accademia Atestina. A Venezia, partecipa alla rivolta del 1848, in uno spirito risorgimentale che influenza anche la sua produzione.
Gli anni Cinquanta sono invece segnati da un’impegnata opera per la sua terra natale: Zatti popola d’immagini sacre, evocanti moduli rinascimentali, sia Brescello (eg Madonna del Carmine oggi in Santa Maria Nascente insieme a Il Redentore con i Santi Giovanni della Croce e Francesco di Sales); sia i dintorni (eg l’Annunciazione, in Santa Maria Annunciata a Lentigione). Da Roma, dove soggiorna un anno, realizza anche la Sibilla Siciliana che da una cometa pronostica l’avvenire d’Italia, inviata a Londra al cugino Antonio Panizzi.
Deluso dall’indifferente accoglienza della complessa opera realizzata per Poviglio, Zatti lascia quasi completamente la pittura, realizzando ancora soltanto una Madonna del Carmine con i santi eponimi dei suoi fratelli, per la cappella di famiglia a Brescello, e alcuni ritratti e quadri per proprio diletto.
Tra 1873 e 1893, Zatti è sindaco di Brescello a più riprese, compone un proprio memoriale artistico, e si appassiona anche ai locali studi archeologici - nel 1882 diviene ispettore dei monumenti e scavi del circondario di Guastalla.
Carlo Zatti muore nel 1899, a Brescello.