Teatro Rinaldi

Cultura

Teatro Rinaldi

La costruzione del teatro risale ai primi anni del Seicento, un documento del Catasto Asburgico attesta infatti l'esistenza di un Teatro della Comunità sul sito dell'attuale, rendendolo uno dei più antichi teatri d'Italia.

Una serie di lavori svoltisi tra il 1832 e il 1838, autorizzati dalla duchessa di Parma Maria Luigia, diedero al Teatro la configurazione che vediamo oggi. Su progetto dell’ingegnere ducale Luigi Sottili, il Teatro fu dotato di tre ordini di 18 palchi ciascuno, di uguali forme e dimensioni, ognuno dei quali poteva ospitare fino a sei persone. La platea, a ferro di cavallo molto allungato, era capace di un centinaio di posti. All’interno, le figure femminili dipinte sulle balaustre sono forse opera del pittore Francesco Scaramuzza. Il sipario con il Trionfo di Pallade, che allude a Maria Luigia, è invece opera di Gianbattista Borghesi. Il costo dei lavori fu sostenuto dalla comunità, che per contenere i costi, decise di utilizzare legno di pioppo, largamente diffuso nel nostro territorio, per realizzare palchi e balaustre. Il rinnovato Teatro Comunale fu inaugurato nell'Agosto del 1838. 

Un altro intervento, che ne fa un bell’esempio di stile Neoclassico ottocentesco, risale al 1880 quando la facciata fu dotata di un pronao che richiama il tempio delle arti. Intorno al 1930 il pittore Giuseppe Moscardini decorò il soffitto dell’ingresso e gli ambienti attigui con greche, cornici, volute ed eleganti motivi floreali. Al centro del velario della sala rappresentò la Musica e, agli angoli, quattro medaglioni con i ritratti di Donizetti, Rossini, Verdi e della gloria locale, Giovanni Rinaldi (a lui è infatti intitolato il Teatro).

Attivo fino al 1940, il teatro rischiò di essere venduto e abbattuto nel 1960 per far posto a un cinema. Adibito a usi impropri durante il periodo bellico, successivamente subì un progressivo degrado che lo rese inagibile. Nel 1973 il sipario è andato parzialmente distrutto in un incendio. La parte che si è salvata è conservata nella sala del ridotto, unica sala oggi aperta al pubblico.

Un progetto di restauro totale del Teatro è stato approvato dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici dell’Emilia-Romagna ed è attualmente in corso. La riapertura è prevista in un periodo compreso tra Natale 2025 e Pasqua 2026, restituendo così alla comunità un luogo simbolico della cultura.

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