Valli di Novellara

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Valli di Novellara

Fuori dal centro abitato, al confine tra il territorio di Reggiolo e quello di Guastalla, si estendono le cosiddette Valli, vaste aree di riequilibrio ecologico e tutela della biodiversità strappate ai territori paludosi della pianura emiliana. 

La Primavera è il tempo per veder spuntare la rara "viola pumila", posta lungo rive di fossi e canali dove cresce anche la "pavera", un'erba palustre che, intrecciata dalle abili mani degli artigiani locali, veniva usata per la realizzazione di sedie, cestini e borse. L’area delle “Valli di Novellara” è caratterizzata da una fitta rete di canali, fossati e piccoli bacini utilizzati per la caccia e la pesca.

Un sentiero del Cai in pianura consente agli appassionati di trekking di passeggiare nelle Valli di Novellara e di Reggiolo partendo dal ponte del Pastore. Un percorso che si snoda a poco più di 20 metri al di sopra del livello del mare.

GALLERIA

Nei dintorni

teatro della rocca franco tagliavini

Teatro della Rocca Franco Tagliavini


Si da per certa l’esistenza di un’antica sala per le commedie presso la corte dei signori di Novellara fin dalla seconda metà del Cinquecento. In una lettera indirizzata al conte Alfonso I Gonzaga nel 1567 si dice che la ‘scena’ è quasi compiuta e Lelio [Orsi] potrà cominciare a dipingerla. Il 28 gennaio 1568, in occasione delle feste per le nozze del Gonzaga sopra citato, questa sala sarebbe stata inaugurata con una rappresentazione mentre i bellissimi apparati scenici sarebbero stati opera per l’appunto di Lelio Orsi. 

piazza unita italia novellara

Piazza Unità d'Italia


Ampio spazio rettangolare, perimetrato da portici rinascimentali e definito a ovest dall’imponente architettura della parrocchiale, o collegiata di S. Stefano, la piazza è il cuore della vita del paese, punteggiata da botteghe storiche e teatro di feste e mercati. La variopinta decorazione del fronte delle case riprende il progetto originario di Lelio Orsi; la disposizione centrale di aiuole, dissonante con l’aspetto cinquecentesco dell’insieme, è invece coeva alla posa del monumento ai Caduti di Giuseppe Graziosi (1925).