
Aceto Balsamico Tradizionale D.O.P.
L’Aceto Balsamico Tradizionale è tra gli orgogli gastronomici della Bassa Reggiana, prodotto esclusivamente nell’area dell’Acetaia Storica d’Italia, c...
Già prevista nei progetti di Cornelio Bentivoglio, come cappella gentilizia, la chiesa iniziale era a pianta ottagonale. La facciata fu progettata da Giovan Battista Aleotti nel 1599 e realizzata nel 1600.
L'attuale chiesa venne ricostruita tra il 1829 e il 1837 al posto dell'antica cattedrale medioevale, già sede della diocesi di Brescello. La facciata, dominata dal campanile del 1896, è adorna da due statue della Vergine e del santo patrono Genesio, opere di Innocente Franceschini, collocate nel 1899 ai lati del corpo centrale della facciata. Il campanile ospita un concerto di 5 campane.
La chiesa fu edificata tra il 1250 ed il 1300.
Nota anche come chiesa dell'ex ospedale, o chiesa del Conventino. Fu costruita alla fine del XV secolo per volere di Caterina Pico, moglie di Rodolfo Gonzaga, marchese di Luzzara. Fu distrutta fin quasi alle fondazioni e riedificata tra il 1764-1771; fortunatamente l'abside rimasta è quella quattrocentesca. Nella sagrestia si intravedono i resti di un magnifico monumento funebre, dedicato a Luigi Gonzaga morto nel 1570, parzialmente distrutto in un incendio nel 1918. Nella parte superiore del monumento, al centro, è visibile lo stemma dei Gonzaga, sostenuto da due putti e sormontato da un'aquila incoronata a due teste. Questo coronamento posa sopra un ricco architrave sostenuto da due grandi figure: una Cariatide e un Atlante. Dal centro, sotto il cornicione, sostenuto da una testa di leone, si biparte un ricco festone di frutta, passante sopra le Cariatidi e discendente ai lati esterni fino alla grande mensola del basamento su cui poggiano due aquile. Nel mezzo del monumento era posta una lapide dedicata a Luigi Gonzaga. Sotto l'adiacente porticato sono stati recentemente scoperti affreschi di interesse storico ed artistico. Attualmente chiusa.
Edificata probabilmente alla fine dell'XI secolo in stile romanico, e più volte rimaneggiata. Fu riedificata a partire dal 1676 in stile barocco, salvando solamente la parte absidale, che rimane tuttora in stile romanico. Nel 2000 sono stati eseguiti gli scavi della cripta dell'antica chiesa romanica, dove sono venuti alla luce capitelli, colonne e affreschi risalenti alla struttura originale dell'edificio romanico e cocci di riporto risalenti al periodo precedente. Conserva al suo interno alcuni dipinti cinquecenteschi, in particolare la pala d'altare raffigurante la Vergine col Bambino tra S. Giorgio e S. Girolamo, di scuola giuliesca, eseguito su modello di un bozzetto di Giulio Romano conservato al Louvre
L'edificio originario, posto più ad occidente, subì frequenti piene del Po, che ne compromisero gravemente la stabilità. Ne venne costruito uno nuovo fra il 1653 e il 1670. L'interno della chiesa è ad una navata con sei cappelle laterali. La volta è stata interamente restaurata tra il 1914 e il 1915, come gran parte del tempio.
Deriva da un antico oratorio del secolo XV, ricostruito nel 1578 e ancora rifatto nel 1760. Si trova in Via Matteotti la principale del paese, la particolarità di questa chiesa è la statua della madonnina nella roccia. Infatti questa chiesa viene anche chiamata dai reggiolesi la chiesa della madonnina di Lourdes. Presenta una facciata barocca, alta e snella, riquadrata da paraste doriche e conclusa da un frontone curvilineo; il campanile ha una cella a monofore e copertura cuspidata. All’interno, è strutturata in un’originale aula quadrangolare che, in alto, presenta una sorta di cupola ellittica retta da colonne e semicolonne e dotata di cupolino.
La golena di Gualtieri offre occasioni rilevanti dal punto di vista naturalistico nelle diverse stagioni dell’anno. Il territorio racchiuso tra l’argine maestro e l’alveo del Po è molto complesso e diversificato, comprende sia aspetti naturalistici, che antropologici.
Il pioppo bianco, elemento distintivo del paesaggio della bassa, ci riporta al mito di Fetonte che trascinato nel suo folle volo sul carro di Elios...
La Golena è un sito di importante valore naturalistico costituito da un tratto di circa 10 km della golena destra del Fiume Po, a ridosso del confine con la Lombardia. L’area è di particolare rilievo naturalistico nella pianura fortemente antropizzata.
Il fiume Po zona di antichi confini, transito di eserciti e passaggio di pellegrini da nord a sud, luoghi di contaminazioni culturali e gastronomiche dove il cibo assume nel sapore una propria identità.
Il Centro Storico di Reggiolo si sviluppa presso la Rocca medievale, costruita intorno all'alta torre del 1242, in seguito diventata il mastio centrale del complesso fortificato che prese il nome di Castrum Novum in contrapposizione a quello vecchio, oltre la Tagliata. Il castello è a pianta quadrangolare, con la cinta muraria lunga circa 40 metri per lato, con quattro torri angolari, le due meridionali sporgenti, mentre quelle settentrionali a filo coi muri laterali.
Il territorio delle "Valli di Reggiolo e Novellara" si caratterizza da un susseguirsi di canali, fossati, scoli, bacini e campi coltivati, ideali per passeggiate di gruppo o giri in bicicletta in solitaria.
A seguito di un lascito della Duchessa Eleonora d'Este, nella seconda metà del 400, le monache benedettine di clausura divennero proprietarie del Monastero, la loro presenza durò fino all'avvento della Repubblica Cisalpina, poi nel 1758 l'ordine religioso fu soppresso. Nel monastero vi era una scuola per educande già dal 1553. Nel 1798 il monastero viene soppresso. Nel 1873 l'edificio viene acquistato dal Comune di Brescello come Caserma. Agli inizi del XX secolo l’ala prospiciente Via I Maggio è adibita a scuola elementare, mentre il restante corpo dell’edificio ospita abitazioni private e piccoli laboratori artigianali. Nel 1933 le ali sud ed est vengono abbattute mentre il corpo centrale del fabbricato ospita la Casa del Fascio con locali adibiti a riunioni e prove orchestrali.
Inaugurato nel 2007, ospita una serie di reperti ritrovati a Brescello tra il XVIII e il XIX secolo.
Il Museo della Civiltà Contadina si inserisce nel più ampio percorso di rivisitazione della memoria che l'amministrazione comunale ha promosso. Grazie alla passione e competenza di alcuni volontari, connessi all'Associazione "Brugneto C'è", e grazie alla generosità di tantissimi donatori, il museo ha rapidamente preso forma in un'area del Centro Civico "Braccianti di Brugneto". Il museo si compone dalla raccolta di strumenti e attrezzi usati dai contadini nei secoli passati.
Inaugurato il 16 aprile 1989, grazie agli sforzi e all’entusiasmo di un gruppo di appassionati volontari del paese, il Museo “Peppone e Don Camillo” è uno spazio in cui potersi immergere nel passato, lasciandosi guidare dalle locandine originali dei film, dalle fotografie in bianco e nero, dagli oggetti dei set cinematografici e dai racconti dei nostri giovani informatori turistici. Gli ambienti contengono numerosi cimeli legati alle riprese della serie tra cui: la moto di Peppone, l’abito talare di Don Camillo, le biciclette dei protagonisti usate nella scena finale del terzo film, il sidecar e il proiettore con cui venne mostrato il primo film (“Don Camillo”, regia di Julien Duviver, 1952) al “Cinema Verdi” di Brescello, in prima mondiale assoluta. All’esterno del museo è possibile vedere il carrarmato che compare in una scena del terzo film (“Don Camillo e l’onorevole Peppone”) e la locomotiva del treno con cui, al termine del primo film, Don Camillo viene mandato in esilio sui monti dal Vescovo a seguito di una sua bravata. Al primo piano del Museo si possono ammirare le fotografie scattate durante la lavorazione dei film, nonché le ricostruzioni di alcuni ambienti delle riprese (come la scrivania di Peppone). Il bookshop consente poi l’acquisto di souvenir, libri, dvd e prodotti tipici locali, fra cui la famosa Spongata di Brescello.
Inaugurato il 21 giugno 2009 all’interno dell’ex Casa della Musica, il museo “Brescello e Guareschi, il cinema e il territorio” è un luogo in cui sono raccolte le testimonianze legate alle attività passate del paese.
Fondato nel 1967 in seguito alla realizzazione della prima edizione del Premio ideato da Cesare Zavattini, scrittore giornalista e sceneggiatore nativo di Luzzara, aveva sede nell'ex Convento degli Agostiniani presso la Chiesa della Santissima Annunziata in località Villa Superiore.
La sede è stata chiusa dopo il sisma del 2012.
Riaprirà all'interno del Museo Civico di prossima inaugurazione in via Avanzi, Luzzara.
Il pittore Antonio Ruggero Giorgi nasce a Reggiolo nel 1887 in una famiglia contadina. Dopo l’apprendistato artistico all’Accademia “Cignaroli” di Verona (1910), nel 1912 per cinque mesi è a Monaco di Baviera dove segue i corsi di Heinrich Knirr, accostandosi all’Espressionismo tedesco. Trascorre poi un breve periodo a Parigi rivisitando l’Impressionismo ed entra a contatto con i movimenti artistici d’avanguardia del cubismo, astrattismo e fauvismo.
Una leggenda ricollega la nascita di Poviglio a due orfani, Pupilii, rappresentati nello stemma comunale da due putti, da cui il nome della città.
Il vecchio palazzo dei Gonzaga, signori di Luzzara, venne eretto verso il 1481. In origine, con i suoi edifici ausiliari, occupava tutta l'area a sud del castello di Luzzara, tra la chiesa parrocchiale e l'attuale sede del municipio, ma dalla guerra, che culminò con la battaglia del 15 agosto 1702, non si salvò che la parte ancora oggi visibile. L'edificio dopo l'abbandono dei Gonzaga, venne utilizzato per secoli come palazzo pubblico, poi venne abbandonato fino all'Unità d'Italia.
Sul lato meridionale, Piazza Martiri è chiusa dalla mole scenografica dell’imponente settecentesco Palazzo Sartoretti. Originario del XVI secolo, fu modificato nel 1765 dalla ricca famiglia omonima che vi abitò. Nel 1979 è stato lasciato in eredità al Comune, in seguito a lascito testamentario da parte dell’ultimo discendente della famiglia.
Realizzato nel 1769, sostituì quello in legno sul torrente Crostolo, progettato alla fine del XVI sec. durante le Bonifiche Bentivoglio.
Il 2 giugno del 2001, in occasione del 50esimo anniversario del primo film, furono collocate su Piazza Matteotti due statue di bronzo dei due personaggi, che si "salutano" da una parte all'altra della piazza (quella di don Camillo nella parte della chiesa; quella di Peppone davanti al municipio), realizzate da Andrea Zangani.
Monumento Nazionale
Nella bassa pianura, accanto al fiume Po, c'è un teatro, senza palcoscenico, nel quale attori e pubblico possono dialogare in modo nuovo.
Fuori dal centro abitato, al confine tra il territorio di Reggiolo e quello di Guastalla, si estendono le cosiddette Valli, vaste aree di riequilibrio ecologico e tutela della biodiversità strappate ai territori paludosi della pianura emiliana.