Palazzo Sartoretti

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Palazzo Sartoretti

Sul lato meridionale, Piazza Martiri è chiusa dalla mole scenografica dell’imponente settecentesco Palazzo Sartoretti. Originario del XVI secolo, fu modificato nel 1765 dalla ricca famiglia omonima che vi abitò. Nel 1979 è stato lasciato in eredità al Comune, in seguito a lascito testamentario da parte dell’ultimo discendente della famiglia. 

La facciata comprende il corpo centrale e due ali più basse articolate su tre livelli. Si susseguono, in modo ordinato e simmetrico, le aperture delle finestre: molto semplici quelle del piano terra destinato ai servizi, più grandi e più importanti quelle al piano nobile, di nuovo semplici al terzo livello che era destinato agli appartamenti della servitù. All’interno, uno scalone settecentesco con balaustra porta alle stanze del piano nobile, caratterizzato da interventi pittorici attuati tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento che gli conferiscono una marcata connotazione neoclassica, con citazioni di interni e di decorazioni di gusto pompeiano. Notevole il magnifico salone delle feste (con pavimentazione originale) oggi denominato Salone dei Miti, nel quale le decorazioni a trompe-l’oeil creano all’occhio del visitatore sorprendenti effetti di tridimensionalità. Si segnala come curiosità la decorazione ricorrente con torrette e torelli che rimanda al nome della famiglia Sartoretti. Il mantenimento dell’assetto originale consente di apprezzare la struttura di un’abitazione signorile di un tempo. Il palazzo si apre su un ampio giardino interno adibito a parco pubblico e aperto tutti i giorni. Il parco, attrezzato con aree di sosta e di gioco, si estende su una superficie di 10.800 mq e vanta 70 specie di piante autoctone tra cui alcune secolari.

Nei dintorni

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Museo Pinacoteca Antonio Ruggero Giorgi


Il pittore Antonio Ruggero Giorgi nasce a Reggiolo nel 1887 in una famiglia contadina. Dopo l’apprendistato artistico all’Accademia “Cignaroli” di Verona (1910), nel 1912 per cinque mesi è a Monaco di Baviera dove segue i corsi di Heinrich Knirr, accostandosi all’Espressionismo tedesco. Trascorre poi un breve periodo a Parigi rivisitando l’Impressionismo ed entra a contatto con i movimenti artistici d’avanguardia del cubismo, astrattismo e fauvismo. 

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Museo della Civiltà Contadina


Il Museo della Civiltà Contadina si inserisce nel più ampio percorso di rivisitazione della memoria che l'amministrazione comunale ha promosso. Grazie alla passione e competenza di alcuni volontari, connessi all'Associazione "Brugneto C'è", e grazie alla generosità di tantissimi donatori, il museo ha rapidamente preso forma in un'area del Centro Civico "Braccianti di Brugneto". Il museo si compone dalla raccolta di strumenti e attrezzi usati dai contadini nei secoli passati.