Palazzo Bentivoglio
Palazzo Bentivoglio nasce sulla struttura di un antico castello, il complesso era costituito da una grande mole quadrangolare, circondata da profonde fosse ai quattro angoli e provvista di torri: tutto l’insieme circoscriveva un ampio cortile.
Palazzo Bentivoglio fu progettato dall’Aleotti su richiesta di Ippolito Bentivoglio, il quale subentrato al governo nel 1585, espresse il desiderio di inglobare nella nuova fabbrica la vecchia casa del padre Cornelio. L’Aleotti si ispira alla Casa del Principe illustre a modo di fortezza trattato del Serlio e completa la fabbrica nel 1610 circa, rispettoso dei canoni classici del Rinascimento.il Nel 1751 una gran parte dell'edificio fu demolito ottenendo materiale per le difese all’argine del Po.
Nel palazzo vennero allogati la pesa pubblica, il macello, il dazio, granai e magazzini e nel Novecento, si adibisce l'ala destra a scuola. Nel 1970 l’Amministrazione comunale intraprende una serie di interventi di restauro, finalizzati al mantenimento ed al recupero dei fabbricati.
L’edificio era quadrangolare con facciate di circa 85 m. e strette agli angoli da quattro torri con feritoie, ora ne restano due.
Al piano terra si trova la sala dei Falegnami, ora utilizzata per dibattiti e conferenze.
Al piano superiore si trovano il Salone dei Giganti, la Sala di Icaro, la Sala di Giove, la Sala di Enea e la cappella gentilizia.
La Sala d’Enea racconta della storia dell’eroe troiano dallo sbarco nel Lazio; la Sala di Giove ha il soffitto a cassettoni con raffigurate varie scene mitologiche, mentre nel fregio è raccontata la Fondazione di Roma di Tito Livio, la quale continua con le storie dei re e i miti di Icaro e la Carità romana. Tutte queste sale furono dipinte da Sisto Rosa detto il Badalocchio.
La cappella si trova a fianco della sala di Icaro, era dedicata alla Madonna. Tra una grande ricchezza di stucchi raffiguranti putti, volute, festoni, angioletti e gli stemmi dei Bentivoglio, otto lunette rappresentano vicende di Maria, che si concludono nella volta in un affresco ottagonale rappresentante l’Assunzione della Vergine. Il grande Salone dei Giganti fu fatto affrescare da Enzo Bentivoglio con le storie tratte dalla Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, realizzato da Pier Francesco Battistelli e Giovanni Mannozzi nei fasti bentivoglieschi.